L'opera Untitled, che ha vinto il Premio Cairo, mostra un lupo immerso in una vasca idromassaggio. Stefano Castelli afferma che le opere di Giulia Cenci sono caratterizzate da perturbanti ibridazioni di uomo, animale e macchinari. La sua postura distesa può ricordare quella di un uomo che si gode il riposo, ma anche quella di un animale morto. Sembra una citazione grottesca della Morte di Marat di Jacques-Louis David. La vasca è scomposta, consentendo di vedere i suoi componenti, il suo scheletro, come se fosse un altro organismo o come se facesse parte di un unico corpo con il lupo. Utilizzando materiali di recupero associati alla tecnica del calco, l’artista porta avanti la sua riflessione sul corpo organico e corpo artificiale
Giulia Cenci esamina la relazione tra gli uomini e le macchine. Sono allo stesso tempo sia nostri prodotti, sia noi siamo sottoposti ad esse. I lavori dell'artista corteggiano il macabro e il paradossale spingendo lo spettatore ad interrogarsi su ciò che sta vedendo. La repulsione iniziale segue un rispecchiamento nell'opera da parte di chi guarda. L'obiettivo è quello di interrogarsi sulla deriva tecnologica moderna.
Il processo creativo di Giulia Cenci è composto da due fasi parallele. La ricerca costante di materiali in discariche o riciclerie di metallo crea un vasto archivio da cui l'artista attinge per le sue composizioni. Le installazioni che ne derivano sono sconcertanti. Intercettano e amplificano le forme dello spazio espositivo aggiungendovi presenze paradossali e ambigue. Si tratta di ibridi di macchina, animale e uomo che inducono e poi depistano un'interpretazione univoca. Le sue opere creano un rapporto di attrazione e sfida con lo spettatore.