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Opere, Sculture

La Venere degli stracci

La Venere degli stracci

Ispirandosi alla Venere con la Mela dello scultore danese Bertel Thorvaldsen, Michelangelo Pistoletto, maestro dell'Arte Povera, creò nel 1967 la Venere degli stracci. Si tratta di una scultura di stile neoclassico che mostra Venere di spalle agli spettatori. Di fronte a lei si erge un cumulo di vestiti rovinati, sparpagliati l'uno sull'altro come stracci. La filosofia dell'Arte Povera sostiene che nessun oggetto è così infimo da non poter essere utilizzato in modo artistico. La Venere è realizzata in varie versioni. L'originale è in cemento, ma successivamente venne realizzata in gesso ed esposta in tutto il mondo, come nel Biella alla Tate Gallery di Liverpool, nel Castello di Rivoli e nel Toyota Museum of Contemporary Art in Giappone.

La Venere degli stracci è un'icona dell'Arte Povera italiana e un'opera che ricorda i radicali anni Sessanta. Quando Pistoletto creò la Venere, l'Arte Povera era giovane ed agli inizi. Alcune idee chiave di questo stile sono espresse nelle opere d'arte. In quanto sembrava rifiutare il minimalismo idealistico dell'epoca, infatti è vista come antimodernista. Al contrario, condivideva il linguaggio riduttivo minimalista che cercava di distillare l'arte alle sue basi elementari, anche se senza la presunta sterilità che alcuni minimalisti americani pensavano fosse una caratteristica distintiva di questo tipo di arte.

L'Arte Povera non era necessariamente un'estetica dell'impoverimento, ma un ritorno all'essenziale, alla natura, al mondo esterno o anche alla vita quotidiana.

Il significato risiede nel simbolo di Venere come bellezza (bellezza ideale). Gli stracci provengono dallo studio di Pistoletto e venivano utilizzati per pulire i suoi caratteristici specchi in acciaio inossidabile.

È un'opera d'arte che incorpora riflessioni e contrasti. Abbiamo nella stessa opera rifiuti ed alta arte. La bellezza si confronta con la spazzatura. In mezzo ad un eccesso di vestiti usati, c'è la semplice nudità. Il disgusto si sposa con la raffinatezza. Se consideriamo la scultura come una metafora, è facilmente una controfigura del nostro confronto con i rifiuti, che sono ormai ovunque.

La Venere degli stracci, è un simbolo della cultura usa e getta. È come se ci invitasse a riflettere sull'estetica della decadenza e su come questa possa ispirare una nuova e tempestiva revisione.

La Venere degli stracci è un dialogo tra il presente e il passato antico che porta ad una nuova prospettiva che combina il bello con il banale e il quotidiano. Germano Celant, che ha coniato il termine Arte Povera, scrive sulla Venere di Pistoletto, soprattutto sugli stracci, che simboleggiano la dispersione e la varietà delle persone emarginate, così come le varie comunità, sono considerati tutti degli stracci della società.

Una replica dell'opera, in grande formato, installata in piazza Municipio a Napoli il 28 giugno 2023, ben presto è andata in fiamme, rovinandosi.

La Venere degli stracci
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